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Castello Normanno-Svevo - Sannicandro di Bari



Il Castello Normanno-Svevo di Sannicandro di Bari, ubicato nella parte nord dell’abitato in pieno centro storico, è un’antica e maesto-sa fortezza medievale in cui sono evidenti le tracce del leggendario ordine dei Templari, che nel ‘200 avevano qui una loro magione.
Isolato da una strada che corre sull’antico fossato, è composto da due parti distinte, costruite dai bizantini e dagli svevi. Un tempo la fortezza era dotata di otto torri di fortificazione di cui oggi ne so-pravvivono solo sei. Di preziosa fattura sono i due portali che con-servano rispettivamente i fori da cui passavano le catene del ponte levatoio e lo stemma dei principi Grimaldi, famiglia feudale che per qualche decennio detenne la struttura.

Il maniero edificato nella piccola borgata di Sannicandro, che da un secolo e mezzo appena veniva sviluppandosi ai margini dei ruderi dell’antica Castel Mezardo, fu realizzato in realtà in più fasi, a parti-re dal Medioevo, ed in particolare dal 916, per iniziativa del generale bizantino Niccolo Piccingli, come fortilizio su ordine dell’imperatore Costantino VII a difesa delle coste pugliesi dalle in-vasioni saracene, periodo cui risalgono le bifore e le decorazioni del-le sale superiori.

Successivamente, sui ruderi dell’originaria struttura fortificata, nel periodo del Regno di Ruggero II di Sicilia, i Normanni realizzarono un presidio militare con la costruzione di quattro torri d’angolo, il portale a Levante, un largo fossato e il ponte levatoio che affianca-rono il torrione, isolando e proteggendo il maniero. Il palazzo baro-nale fu realizzato a ridosso della cortina di settentrione, con un cu-nicolo di salvataggio che conduceva alla chiesa di S. Giovanni fuori le mura, costruita dagli stessi Normanni.

Nel periodo svevo, in età federiciana, il castello venne poi ulteriormente modificato e ingrandito, quando l’edificio, da militare, assunse un aspetto residenziale. Carenti sono le notizie sugli avvenimenti svoltisi negli anni di dominio svevo. La politica d’accentramento del potere intrapresa dall’imperatore Federico II di Svevia e la sua insofferenza nei confronti dei feudatari fanno supporre che in quel periodo il casale di Sannicandro non fosse concesso a nessun signore feudale.

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